giovedì 9 giugno 2011

kde telepathy

Qualche tempo fa cominciò a girare la notizia del futuro abbandono di Kopete, troppo allettante per KDE l'idea di integrare una tecnologia promettente come Telepathy, che finora pare stia crescendo bene. Dopo breve tempo ecco comparire i repo git dell'applicazione, seguiti dai PKGBUILD in AUR della celerissima comunità di Archlinux. Ho visto mano a mano crescere il progetto, cambiare icone, perdere e ritrovare funzionalità, e dopo qualche tempo avevo optato per la rimozione dei pacchetti, pur continuando a seguire di tanto in tanto la ML..
Proprio oggi chiedendomi dove fosse arrivato il progetto ho deciso di riprovarci, e con mia grande sorpresa ho notato davvero miglioramenti notevoli. L'integrazione di Telepathy (che prende il nome di Real-Time Communication and Collaboration) consta di un plasmoide di presenza, una lista dei contatti, un gestore delle chat, un tool di configurazione integrato in systemsettings e ovviamente i plugin per i network IM (adottati da telepathy ovviamente). Il tutto ora appare perfettamente integrato con il desktop e, soprattutto, non appare più come un insieme di programmi slegati l'uno dall'altro, ma parte di un tuttuno.
Vediamo quali pacchetti installare:
$ yaourt -S telepathy-contact-list-git telepathy-chat-handler-git telepathy-call-ui-git telepathy-presence-applet-git telepathy-accounts-kcm-git telepathy-accounts-kcm-plugins-git
e ovviamente qualsiasi plugin di telepathy volessimo usare, per esempio telepathy-butterly per Windows Live Messenger e telepathy-gabble per XMPP..
Una volta fatto questo potremo aggiungere il plasmoide presence nel nostro pannello (lo preferisco all'averlo libero) e ovviamente configurare in Impostazioni di Sistema la voce Instant Messaging and VOIP Accounts.

martedì 7 giugno 2011

Sync iPod Touch (finalmente)

Ok, forse ero l'unico a non esserci ancora arrivato, ma finalmente anche io sono riuscito a sincronizzare il mio iPod Touch 1gen con firmware 2.x su archlinux. Dopo tanti ma tanti messaggi sul forum sono riuscito a risolvere grazie all'utenza del canale irc di freenode relativo a libgpod e gtkpod.
Veniamo al dunque, eravamo rimasti con il wiki di archlinux a montare perfettamente l'ipod touch:
# pacman -S base-devel
$ yaourt -S libplist libimobiledevice libgpod-git usbmuxd ifuse
(ovviamente yaourt può essere sostituito con qualsiasi aur helper)
# gpasswd -a usbmux
$ udevadm control --reload-rules

finora abbiamo installato i pacchetti necessari e ci siamo quindi preparati a montare l'ipod
# usbmuxd
$ ifuse /cartella/dove/montare/ipod
(essendo sicuri di avere i permessi di lettura e scrittura, meglio crearla nella propria home)
$ mkdir /mount/point/ipod/iTunes_Control/Device
(non è inserito nel wiki, ma è la cartella dove andremo a piazzare due file importanti)
$ idevice_id -l

questo comando è l'equivalente del comando presente nel wiki per ottenere l'uuid del nostro device, mi è parso più chiaro come output, perché quello che ritorna è solo e soltanto la cifra esatta.
$ ipod-read-sysinfo-extended
A questo punto avremo creato il file Sysinfo-extended nella cartella Device precedentemente creata, che permette a programmi come gtkpod di riconoscere il nostro device..

Ma invece di fermarsi qui, c'è un altro comando importante affinche venga generato un hashfile necessario per il sync.. ci rechiamo a questo indirizzo: http://ihash.marcansoft.com/ e inseriamo l'uuid che abbiamo precedentemente trovato. Questo ci farà scaricare il file HashInfo (assicurarsi che sia senza estensione) che andrà spostato nella cartella Device precedentemente creata.
A questo punto cosa manca? beh, avviare gtkpod (fondamentale) e sincronizzare tutto ciò che vogliamo. Sconsiglio Amarok, mentre parlo mi sono appena reso conto che è stato in grado di corrompermi alcuni file sull'iPod, e sarò costretto a ripristinarlo..
Beh, mi pare finalmente di aver liberato un pezzo importante della mia vita (il lettore mp3) dalla necessità di una partizione Windows... se Steinberg rilasciasse anche una versione di Cubase con tanto di VST per GNU/Linux, direi che Windows non avrebbe più davvero senso..

venerdì 26 febbraio 2010

Intro

Primo post sul blog, meglio non presentarsi, ma saltare subito i fatti. Essendo un appassionato di Archlinux, uno dei maggior benefici è per me la possibilità di scegliere completamente cosa fare della mia distro, che sistema avere nei più piccoli particolari. Come primo post non mi presenterò ma farò una rapida introduzione per la configurazione generale della mia arch..
1)BOOTLOADER: premetto che ho usato lilo solo qualche giorno quando usavo slackware, reputo grub2 la soluzione definitiva. Certo passare dalla semplicità del menu.lst di grub alla confusione di grub2 è stato un po' traumatico per me, ma infine ci si fa l'abitudine (specie grazie alle archwiki). Per breve tempo ho provato burg, davvero molto carino, sì, ci può essere tutto l'eyecandy che vuoi, ma se i temi sono tutti così scattosi, preferisco avere il vecchio bootloader in bianco e nero ma che funzioni alla perfezione; inoltre ha una tendenza scomoda a nascondere le opzioni, e per uno come me che da un giorno all'altro si dimenticherebbe persino come si taglia-incolla è un po' scomodo. Inoltre, ha davvero senso avere tutta questa cura dell'aspetto per qualcosa che in genere si usa sì e no due volte al giorno per meno di 5 secondi?
Aspetto con ansia l'interessante integrazione di kdm con grub2 che sarà introdotta con kde 4.7..
2)INIT: ho sempre cercato la velocità nell'avvio del sistema, più per comodità che per masturbazione intellettuale. Recentemente sono passato a systemd, che reputo maturo per un uso concreto, anche se problemi ci sono purtroppo  (cercherò magari in un altro post di risolvere il problema del windows.mount per la mia partizione ntfs). Systemd si presenta come un init davvero completo, integra infatti strumenti di analisi (systemd-analyze plot può sostituire bootchart, systemd-analyze blame è perfetto per ottimizzare il boot) e di diagnostica (sarà che so niubbo ma trovo utilissimo systemctl --failed per capire cosa non funziona) che a parer mio se più chiaramente documentati sarebbero davvero una manna (sarà che è recente, ma cercare un problema su google non da mai i risultati sperati). Systemd mi ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di boot, grazie anche a un sistema di readahead integrato che, devo ammettere, fa la differenza (non avevo mai notato miglioramente invece con readahead-fedora).
Prima di definire il passaggio a systemd, ho passato un po' di tempo a tentare di ottimizzare l'init di arch, specie grazie all'ottimo apposito wiki: sostituzione di agetty con fgetty, riduzione del numero delle tty, startup asincrono e soprattutto ridurre il numero delle funzioni non utilizzate da rc.sysinit (non uso lvm, raid, partizioni criptate, il mio locale è sempre utf8 ecc.). Interventi simili sull'init di arch permettono di guadagnare qualche secondo..
3)DESKTOP ENVIRONMENT: i miei primi passi con GNU/Linux sono avvenuti su Ubuntu, quindi Gnome. Col passare del tempo ho notato da parte del team del suddetto DE una tendenza a lasciare le cose così come sono, piuttosto che rivoluzionare qualcosa. Certo, è splendido quando quello che cerchi è la stabilità, ma se il prezzo da pagare è qualche bug in più in favore di una moderna concezione del desktop, allora ben venga. È quello che ha ben compreso il team di KDE, dopo kde 3.5 si rendeva necessario "aggiornare" il DE a una nuova concezione di desktop, qualcosa che fosse davvero in grado di lasciare un segno nell'esperienz dell'utente. Non nego che ho avuto i miei bei guai, ma resistendo alla tentazione di aggiornare alle versioni snapshot/alpha/beta non si riscontrano problemi irrisolvibili, e si ottiene un desktop da far invidia a qualsiasi OS. KDEpim è un gran pezzo di software: akregator, kmail, kontact, korganizer sono entrati definitivamente nei must-have della mia distro, pur necessitando evidentemente di qualche limatura. Nepomuk e strigi, aspettando la futura integrazione di zeitgeist rimangono a parer mio unici nel loro genere, di qualsiasi DE, WM o addirittura sistema operativo si parli. I benefici sono evidenti, e se si unisce tutto questo a una struttura davvero solida, con kwin a presentare il tutto, riesce facile comprendere come KDE abbia spinto numerosi utenti a ritornare "a casa", dopo le "incomprensioni" delle versioni 4.0-4.5. Sono solito completare il tutto con pulseaudio, ottimamente integrato in phonon (sebbene kmix sia molto carente a riguardo), lasciando altrimenti immutato la maggior parte delle configurazioni default, perfettamente funzionanti. Unica pecca: pesantezza. Spero che dopo aver introdotto e completato tutte le funzioni che i dev si propongono si passi a una bella pulizia del codice e a un miglioramente delle prestazioni..

CONCLUSIONI: spero nel prossimo futuro di non ripetermi nel fare liste, ma magari di scrivere qualcosa di concreto: una disanima sui driver nouveau, qualche informazioni sulle prestazioni dei maggiori browser, un'eventuale tentativo di fornire una guida vera per il sync degli ipod touch su arch (un sogno, dato che ci sono riuscito sì e no per mezza giornata) e, tempo ed esami permettendo, anche qualche post più tecnico ed elaborato.
Ma, in fin dei conti, essendo solo un amatore, è bene premettere che questo blog è solo una vetrina del mondo GNU/Linux e in particolare di Archlinux, vista dagli occhi di un non addetto ai lavori, ma di un semplice utente desktop.